Nel 50 % circa dei casi di ipoacusia improvvisa si verifica un miglioramento spontaneo della funzione uditiva spesso nel giro di qualche giorno. Grazie al trattamento medico tempestivo , da iniziare entro i primi giorni dall’esordio, si ottiene un parziale o completo recupero uditivo in circa il 70-75 % dei casi di solito entro 15-20 giorni. In circa il 25% dei casi può residuare un danno uditivo permanente più o meno grave.
Nei casi in cui viene individuata una causa precisa la terapia sarà finalizzata al suo specifico trattamento ma nella maggioranza dei pazienti la causa rimane sconosciuta e la terapia principale si base sulla assunzione di cortisonici ad alti dosaggi da scalare progressivamente nel giro di circa 10-12 giorni.
Nei casi di perdita uditiva sulle frequenze gravi con caratteristiche idropiche, è indicata anche terapia con diuretici osmotici (mannitolo per infusione endovenosa ) col presupposto di contrastare l’aumento della pressione endolinfatica ritenuta causa di tale sofferenza uditiva. In tali casi sono indicati approfondimenti diagnostici , anche nel tempo, mirati ad escludere una malattia di Meniere.
Sono stati impiegati farmaci vasodilatatori (ad es. Pentoxifillina ) allo scopo di aumentare l’apporto di sangue cocleare e quindi di ossigeno alle cellule nervose dell’orecchio interno e anche farmaci reologici per diminuire la viscosità del sangue in tali pazienti ma non esiste una chiara dimostrazione della loro efficacia terapeutica.
La terapia cortisonica
è ampiamente impiegata per la dimostrazione clinica della sua efficacia, anche se non sempre risulta chiaro il suo razionale terapeutico. Viene solitamente somministrata, già a partire dai primi giorni, preferibilmente per via endovenosa soprattutto in caso di gravi perdite uditive. In modo alternativo può essere somministrata anche attraverso iniezioni intratimpaniche con efficaci risultati terapeutici. In associazione alla terapia cortisonica per via generale è buona norma impiegare una protezione gastrica antiacida.
Ossigenoterapia iperbarica. Come ormai dimostrato da vari studi, l‘ossigeno terapia in camera iperbarica risulta efficace nella terapia dell’ipoacusia improvvisa soprattutto se eseguita tempestivamente, possibilmente entro le prime 2 - 3 settimane dall’esordio del quadro clinico, in particolare nei casi di grave ipoacusia e che non rispondono alla terapia cortisonica iniziale.
Nei pazienti in cui in seguito ad una ipoacusia improvvisa residua un danno uditivo medio-grave può essere indicata la protesizzazione acustica mentre nei rari casi di ipoacusia grave o profonda bilaterale che non riescono a beneficiare della protesi acustica, possono essere utili gli impianti cocleari che prevedono l’inserimento di un dispositivo elettronico ( orecchio artificiale) con degli elettrodi all’interno della coclea mediante un intervento microchirurgico in anestesia generale.